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venerdì 11 febbraio 2011

Once upon a time c'era



un libro sulla mensola dei libri culinari nella camera del PC dove vivono tutti i miei tomi e tomini(potete ridere qui perche in questa camera del PC per un certo periodo del tempo tenevo i formaggi della pastorella su una mensola perche fa fresco - in questo caso però stiamo parlando di tomi/tomini letterari. Questo libro si chiamava 'Stalking the Wild Asparagus' appunto. Il titolo un gioco di parole in English sulla parola STALK che vuol dire 'ramo duro del asparago' ma vuol anche dire 'to stalk' il verbo che simbolizza il seguire (nel caso nostrano rubato dal inglese - con brutta intenzioni) nel caso del titolo - la ricerca del asparago selvatico.

Ed ecco perche ce la foto. Ed ecco perche sono contenta. Ed ecco perche con un po piu tiepido avro un bel mazzetto di asparagi selvatici da mangiucchiare mentre tolgo rami di olivo per bruciarli. Ed ecco che avro, almeno quando escono tanti tanti, un bel mazzettona da tagliare e mettere in freezer per farne qualche frittata quest'estate quando ne hai proprio voglia di qualcosa di saporito da mangiare con in pomodori nostrani.

Ed è proprio per questo il perche mettendomi in ginocchio(una posizione alquanto scomodo considerando che ci sono pietre e pietrisco dove crescono queste meraviglie di verdurine selvatiche) per farvi la foto del mio snack di ieri! Però il problema piu grosso non sono le pietre....è che di asparagi sono ghiotta ed è difficile pensare che dovrei portarli in casa, lavarli e magari metterli in freezer. E' quasi impossibile pensare che sopra poteva esserci stato un insetto o altro...però dopo anni di manghiucchiamenti di asparagi selvatici in giro per la campagna posso garantirvi che ho degli anticorpi molto corposi. Ed è anche giusto così perche 'stalking the wild aspargus' è occupazione durissimo!