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lunedì 16 agosto 2010

Un ragazzo di Torino

(credo che fosse di lassù) ha scritto un libro che si chiama 'la solitudine dei numeri primi' che non ho letto ma che tanti che lo hanno fatto han detto che fosse molto bello. Probabilmente non l'ho letto perche non amo molto la matematica e considerando che quando si parla di numeri penso ad avventure in classe di matematica, algebra e geometria (unico che riuscisse capire minimamente) quel libro non mi faceva buon sangue. Però il titolo ultimamente mi suona in testa come una mosca che ronza intorno al miele...

In estate la solitudine non è solo dei numeri primi ma anche delle persone. Chissà perche ma estate per me è la stagione della stasi nella quale si rimane incatenata alla cucina gas a sfornare confetture e altro, a cucinare per inverno come se vivessi nel paleolitico e non nel Ponente dove hanno messo su non soltanto supermercati enormi dove vendono ogni chè e cugino ma dove gli orti tutto anno danno un ricavato che se le banche te lo dessero nessuno avrebbe piu bisogno di giocare al lotto....

Sembrerebbe che specialmente Agosto è il mese della solitudine dei numeri primi e le persone poi perche tutti quelli che conosci ti mandano sms e cartoline da ogni dove, dove loro tendono andare per levarsi di mezzo alla città invivibile e irrespirabile. E tu che vivi in un posto da sogno (, buon aria, campagna, frutti e verdure fantastici, montagne alle spalle e mare davanti al naso guardando in giu da quel tanto vantato portico...) rimani inchiodata a tutta questa bellezza perche 'dove vorresti andare piu bello, piu tutto di qui' (questo il marito che dopo aver navigato una vita ha buttato la valigia [suo] e prende l'orticaria quando vede che prepari la tua di valigia)...

E così nel silenzio assoluto di Agosto, escluso ovviamente il frinnire degli cicale, il chiamare rauco delle gazze e ghiandaie, il plannare dolcemente intorno alla casa i rapaci (anche se corri subito fuori ad assicurarti che Max la spiritata non è sotto tiro loro [ormai dimagrita tanto come fa ogni estate ci vorrebbe poco che la portassero via]), il canto delle rane di sera, il chiamare dei gufi di notte e il tossire della volpe (sembra proprio quello quando richiamano) e logicamente gli urli dei gatti che si sorprendono uno di fronte al altro in piena notte...

Ti rendi conto che anche nel Paradiso ce un certo silenzio di voci umani che rendono la vita un po vuoto e non aspetti altro che la fine del Agosto quando arrivano tutti a casa per raccontare le loro vacanze, le loro attività estiva e rimettono un po in movimento quel Agosto che tende essere 'la solitudine degli esseri per primi'.

2 commenti:

  1. Vivendo in un paradiso come il tuo (che spero prima o poi di venire a vedere) può capitare non di sentire la solitudine ma la nostalgia di un certo contatto tra umani, che ti fa capire che c'è il tuo mondo ed il resto...Vivo nel resto, nel caos cittadino, forse non mi abituerei facilmente ad un mondo dove i gufi chiacchierano amabilmente di notte e le volpi tossiscono l'un l'altra o forse si...il contatto con la natura però ti rende partecipe di un tutto che spesso non viene colto, non viene capito. Di fronte a certe tue descrizioni si può solo apprezzare la poesia della vita che ci parla...è che sempre più persone sono sorde e non se ne rendono conto...purtroppo

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  2. Fab, la mia casa è la tua casa quando vuoi!!!!

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