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martedì 22 febbraio 2011

Di rivoluzionibus et culinaria

o cosa fare quando fa freddo, piove, ce bagnato, diluvia e sei annoiata da morire.

La rivoluzione del armadio a muro della cucina è un lavoro fatto quando non lo pianifichi. Quella voglia di stare in casa che poi diventa una noia da morire e poi aprendo un anta per prenderti un biscotto ti viene in mente che ci sono delle scarpiere IKEA inutilizzati(quando mai non si utilizzano le cose di IKEA?) e ti si accende una lampadina grosso con tutto l'armadio in ordine. Il lavoro ti viene in un attimo, o almeno in un ora e i risultati sono le seguenti:
La prima foto a sinistra in alto - uso di una rastrelliera di metallo per le cartelle importante e due coperchi particolarmente larghi. Sulla mensola di sotto le cose in plastica che vengono usati tutti i giorni.

La foto sopra la parte del armadio dove tengo pasta riso e vario con la mensola sotto con elettrodomestici picini.


Questa parte è per teglie enorme e vario con sotto biscotti, crackers, azzimi, cereali e vario e notate notate - dog cookies.




E qui come potete vedere in bella mostra le due scarpiere di IKEA che fanno da mensole interno alle mensole dando piu spazio a tutto ciò che prima era ammucchiato in due mensole con il rischio di causare terremoti dove roba varia precipita mentre si cerca di togliere ciò che serve dal armadio.

Direi che per oggi il lavoro è finito. Un ora di attività di pulizie e ordine. Fa piacere adesso aprire e vedere le cose al loro posto. Adesso aspetto solo il marito che apre e non trovando le cose ammucchiate come prima comincia dire ' ma il pane dov'è?'. Anche se ammetto che il pane è rimasto nello stesso scomparto proprio dove lo mettiamo da anni. Proprio per evitare queste domande.

Adesso dovrei inventare un altro divertimento nel ordine di rivoluzionibus et...la parte culinaria c'est finis!

tanto per farvi sapere.



mercoledì 16 febbraio 2011

Once upon a time c'era

una signora ponentin-mericana che rifiutava categoricamente sia Complicaxio(digitale) che il PC con tutti i suoi ingranaggi tecno e con grande sospiri si proclamava altrimenti abile tecno. Ormai i tempi sono volati da quel lontano giorno. Complicaxio è arrivata e fa parte integrale della giornata di yours truly. Il PC è un amico fedele che accompagna le giornate per quello che può e con lui riesce tenere in ordine non tanto le idee che continuano svolazzarle in testa ma almeno la poste che ormai viene spedito virtualmente a destra e manca. I tempo sono finiti quando yours truly doveva stare in fila alle Poste del mondo per spedire lettere scritte con tanto di penna stilo(molto compianto perche rubato dalla borsa insieme a fratelli Bic e company tanti anni fa) inchiostro categoricamente nero. Finiti sono i giorni del 'non uso FBook perche è complicato'. Finiti sono i giorni del 'non sono capace fare un 'upload' di qualsiasi genere. E così il once upon a time c'era divenne storia e yours truly ha scoperto le gioie e le schiavitù del tecno.

Oggi annuncio con grande rammarico di aver scoperto TWITTER che per due giorni continuavo scrivere TWEETER cercando in tutti modi farlo ingerire a GOOGLE con quella dicitura non capendo perche usciva il canarino invece delle permesse 140 caratteri che insegnano un accortezza di scrittura(che io non ho perche vado a fiume) e una possibilità (dicono loro) di comunicare con il mondo. Sarà ma fino a oggi ho messo due TWITS(o è TWEETS) e mi sono fatta amica con una associazione arte spettacolo siculo che probabilmente si fa amico di tutti quelli che scrivono di cinghiali e coccodrilli sotto le piante di olivi. Mi compiacque però che i miei di TWITS(TWEETS) erano posti sotto SEVERGNINI e sopra VENDOLA. Almeno la compagnia è grande.

E così questa mattina faccio annuncio che potete leggermi in ridotto nel TWITTER...se proprio volete avere un bignami della mia giornata. Adesso devo vedere come fare per mettere la piccola T sotto nel blog per avvisare voi i miei fedelissimi 12!

tanto per farvi sapere cosa succede a ponente diluvionato

domenica 13 febbraio 2011

Once upon a time c'era

una bellissima pianta di limone che era tanto piccola che non prendeva neanche un po di posto nel luogo dove l'avevamo messo. Questa bellissima pianta era anche un innesto piccino di limone senza spine, quelli che non ti aggrediscono quando cerchi di infilare braccio e corpo dentro la pianta per cogliere i frutti...tanto per farvi sapere che alla sinistra questa enorme pianta di limone stracresciuta negli anni e prode produtrice di limoni non grafia dalla parte sinistra ma infligge danni non indifferente dalla parte destra. Come notate però i limoni ci sono da entrambi le parti. Mica che siano diversi i limoni però. Grandi o piccoli sono a buccia fine e quasi senza semi, succosi e asprigne....proprio perfetti per curare il mal di gola che ci affligge durante la presente stagione quando fa ancora freddo ma con il sole caldo e tanta poca voglia di vestirsi pesante quando lavoriamo fuori in campagna. Con il miele comprato da un amica di Torino che ha un amica che è produttrice posso garantirvi che dopo un paio di thè bollente al limone e miele al castagno le gole in questione hanno le fiamme spente. Però per chi sta leggendo, in questo momento non siamo in cura....era solo a titolo di informazione...

Tanto per dire!

venerdì 11 febbraio 2011

Once upon a time c'era



un libro sulla mensola dei libri culinari nella camera del PC dove vivono tutti i miei tomi e tomini(potete ridere qui perche in questa camera del PC per un certo periodo del tempo tenevo i formaggi della pastorella su una mensola perche fa fresco - in questo caso però stiamo parlando di tomi/tomini letterari. Questo libro si chiamava 'Stalking the Wild Asparagus' appunto. Il titolo un gioco di parole in English sulla parola STALK che vuol dire 'ramo duro del asparago' ma vuol anche dire 'to stalk' il verbo che simbolizza il seguire (nel caso nostrano rubato dal inglese - con brutta intenzioni) nel caso del titolo - la ricerca del asparago selvatico.

Ed ecco perche ce la foto. Ed ecco perche sono contenta. Ed ecco perche con un po piu tiepido avro un bel mazzetto di asparagi selvatici da mangiucchiare mentre tolgo rami di olivo per bruciarli. Ed ecco che avro, almeno quando escono tanti tanti, un bel mazzettona da tagliare e mettere in freezer per farne qualche frittata quest'estate quando ne hai proprio voglia di qualcosa di saporito da mangiare con in pomodori nostrani.

Ed è proprio per questo il perche mettendomi in ginocchio(una posizione alquanto scomodo considerando che ci sono pietre e pietrisco dove crescono queste meraviglie di verdurine selvatiche) per farvi la foto del mio snack di ieri! Però il problema piu grosso non sono le pietre....è che di asparagi sono ghiotta ed è difficile pensare che dovrei portarli in casa, lavarli e magari metterli in freezer. E' quasi impossibile pensare che sopra poteva esserci stato un insetto o altro...però dopo anni di manghiucchiamenti di asparagi selvatici in giro per la campagna posso garantirvi che ho degli anticorpi molto corposi. Ed è anche giusto così perche 'stalking the wild aspargus' è occupazione durissimo!

mercoledì 9 febbraio 2011

Roba da gatti....

o meglio, Nina la tricolore che vive con noi da almeno 12 anni e vive felicemente in campagna con amici felini non propensa a togliere la libertà facendo le fuse solo in casa. Lei che ha un diamante nero sul naso e una pancia che sembra un cuscino extra-large(almeno in inverno), la capacità di salire alberi altissimi in un balzo e scendere altretanto baldanzosamente. Lei che in inverno ha un garage tutto per se e reti delle olive dove farne un nido. Nel suo albergo verde ce anche una ciotola di acqua caso mai le venisse sete. Mangia i suoi pasti sul davanzale della sala dove abbiamo messo una mezza scala per facilitare l'arrivo. Ormai nella vecchiaia non riesce piu saltare sù come anni fa. Una cacciatrice di topi di campagna che lascia le vittime deceduto in giardino e nelle fasce intorno alla casa per il grande piacere della Beaglcuda che allegremente fa dei spuntini eccezionalmente proteici lasciando solo la coda come memoriale ai suoi peccati di gola.

E poi diciamola tutta, La Nina è stata battezzata col nome di una gatta memorabile della Nonna, buon anima, che ha vissuto nel paesino qui vicino(la gatta con la Nonna quando ambidue erano giovane). La casa nel paesino aveva una vite enorme e lunga che arrampicava su per il palazzino e sulla quale la Nina(della Nonna) poteva agevolmente arrivare nella cucina dove la bis-nonna(madre della Nonna) aveva la cucina con tutto il ben di Dio permesso nei tempi duri. Logicamente gli animali avevano il loro posto nel mondo un po diverso di quello di oggi e ogni volta che la bis-Nonna beccava la Nina in cucina la prendeva e la gettava fuori la finestra(1.5 piani in su). I gatti come sappiamo sono meravigliosamente articolati e la Nina atterava sana e sicura sulle gambe pronta il giorno dopo per un altra escursione in cucina dove veniva di nuovo buttata fuori...forse è per questa che la nostra Nina rifiuta di vivere in casa.

La storia vuole(raccontata da chi l'ha vissuto) che la Nina(nostra non della Nonna) ha rimpiazzata la Kitty(molto compianto amica del anima di yours truly) e ha vissuto in casa abbastanza(4 mesi) per far diventare matta la stessa(io non lei). Appena in età di sterilizzazione fu fatto il fataccio e dopo averla portata a casa e lasciato rinvenire dal anestetico ho potuta tenerla dentro solo il tempo di punti guariti(lei gli ha levati da solo per non sprecare tempo - allora si mettevano ancora quelli che andavano tolti) e ha preso la porta dove ha visto l'albero di olivo piu alto del nostro vicino(gli alberi del vicino sono sempre piu alti - o era gli alberi del vicino erano piu verdi). Comunque, ha preso la porta, ha fatto una corsa e a 5 mesi si è trovato in cima, piu o meno 8 metri di altezza. Fortuna voluta che in quei tempi yours truly era integra sia di gambe che di anche e forza pure perciò con scala di ferro lunghissimo, guanti di campagna e buona volontà decise con incoraggiamento della fiorentina(al tempo solo la figlia e non fiorentina di adozione) interprese il 'rescue mission' (salvataggio) della bestiola Poerina. Arrampica arrampica senza mai pensare che a 6 metri la scala magari finiva e anche il coraggio ma ormai ero su su su e con guanti in mano aggancio la felina che non aveva minimamente intenzione di mollare l'albero che in quel momento stava saldamente tenendo in corteccia gli artigli della Nina(nostra non quella della Nonna). Non so se avete mai avuto il piacere di salvare un felino da un albero ma vi dirò una cosa. Capisco perche i pompieri fanno pagare per il servizio.

A 6 metri di altezza su una scala con un gatto soffiando in una mano e l'altra tenendo la scala non è mica tanto facile scendere piolo per piolo senza pensare che magari dovresti guardare e appena lo fai ti rendi conto che 'scema'(te non il gatto) magari se l'avessi lasciata(la gatta non te) nel albero sarebbe scesa da sola verso ora di cena. Comunque sia in fondo siamo arrivati senza mollare ne felina ne scala. Siamo entrati in casa, messo giù la gatta per il grande piacere della fiorentina allora figlia, ritornata fuori per recuperare la scala di ferro, tornata in casa per trovare la fiorentina che faceva compiti e la Nina che sbrindelava un rotolo di carta igienica tanto grazie per avermi salvato. Il giorno dopo ha sbrindilato sia carta igienica che carta cucina e il terzo giorno anche. A questo punto ho aperto la porto dicendo 'prego....' e lei regalmente è uscita per tornare solo per pasti, una grattata sulla testa, corse in giardino e compagnia a non finire mentre lavoriamo fuori...questo la storia della gatta Nina battezzata col nome della Gatta Nina della Nonna materna che a forza di essere tirato fuori dalla finestra è diventata leggenda di famiglia. E la nostra Nina visse felice e contenta nel suo albergo verde in garage in inverno, dormendo sul divano con M quando ne ha voglia di pomeriggio, mangiando sul davanzale della finestra della sala da sempre e facendo amorevolmente parte della nostra vita da tanti anni....



Once upon a time c'era

un mondo di giardini nella quale abitavano fate e fatine che scorazzavano sui fiori colorati nel erba. Mi ero un po preoccupata nel vedere i miei fiori che uscivano, certi a fatica come vedete nella foto qui sotto(da qualche parte) di un giacinto nascente soffrendo mal di capo nel spuntare nel bel mezzo di pietrisco, olive e vario perche nel bel mezzo di pietrisco, olive e vario non ci sono fatine ne fate perche si fanno male alle ali. Però guardando bene nelle foto vedrete la primavera in arrivo in anticipo qui a ponente....



con un speciale ode al limone che ha fatto tantissimi frutti che diventeranno succhi, limonata, condimento nella bella stagione!

Tanto per condividere con voi le bellezze di ponente

lunedì 7 febbraio 2011

Visto dal portico di ponente



quello versante mare che si affaccia sulle campagne delle olivi che sono ormai in fase di potatura -
vedete quel signore nel albero? Quello con il cappuccio verde scuro? Quello che sta studiando i rami, le foglie? Quel
signore, il marito di yours truly sta in cima ad un albero di olivo alto almeno 6 metri bilanciandosi
sui piedi poggiati su rami enormi cercando di capire quali dei rami piu piccoli e non tanto piccoli vanno tagliati
per la potatura. Un lavoro di equilibrista non indifferente perche si sale
nel albero da una scala di ferro o di legno, si arrampica tra i rami su un'gomito' tra i tronchi con in mano seghe a motore, seghe a mano e forbici fiskars da potatura per fare il lavoro. Una volta arrivati al punto giusto ti metti al lavoro. In questa foto potete vedere la piccola moto sega da potatura che sta per tranciare un ramo che cadrà sotto. Il lavoro è lungo e stancante se si pensa che bisogna moltiplicarlo per quasi 30 o 50 alberi...il numero annuale di piante che quel signore deve potare.

Caso mai qualcuno pensa che il lavoro finisce qui si sbaglia. I rami grande vanno poi spogliati di quelli piccoli che vanno poi portati a braccia nella parte della campagna addebito ai falò. Questa zona deve essere abbastanza lontana dagli alberi di permettere le fiamme di consumare i rami potati senza danneggiare gli alberi intorno. Ci sono anche leggi che controllano i fuochi vicino alle case ecc ma questo è una storia a parte. E' bellissimo stare nella zona falò quando fa freddo perche i rami bruciati sprigionano un calore eccezionale che riscalda tutto intorno e se avete la fortuna di guardare un falò di rami di olivo avete anche la possibilità di vedere le ceneri fare acrobazie sopra le fiamme. Salgono salgono verso il cielo dove poi vengono presi prigionieri dalla corrente d'aria leggeri che portano i piccoli fiocchi di cenere da per tutto. In fatti, il giorno che bruciamo sotto casa devo assicurare che la biancheria non sia stesa fuori perche le ceneri posso bucare le maglie o altro.

E così siamo nella stagione della potatura. La stagione bello della fine del raccolto. Il lavoro può essere preso con piu calma e possiamo godere le giornate che si svolgono verso primavera anche se le temperature senz'altro non si alzeranno ancora tanto. Siamo adesso sulle 12° a mezzogiorno che parecchi di voi probabilmente sarebbe un sogno. Per noi è la stagione giusto, quello dove lavoriamo meglio. L'asciutto di Febbraio con il suo freddo mattutino e tiepidi pomeriggi.

tanto per condividere quel visto dal portico a ponente





e poi vorrei sapere come si fa a levare tutto questo spazio sotto il mio post di oggi...

e poi vorrei capire come mai che non riesco ancora oggi a mettere le foto dove voglio io...

e poi vorrei avere abbastanza tempo durante la giornata di postare almeno 4 volte...

e poi se avessi abbastanza tempo durante la giornata di postare almeno 4 volte....


vorrei veramente capire le prime tre cose che ho scritto!